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06.12.2016  - Fibrillazione Atriale-CRIOENERGIA presso la Cardiologia Ospedale C. Poma di MANTOVA

Mantova - Per il trattamento della fibrillazione atriale (FA) – la più comune forma di aritmia cardiaca – è oggi disponibile presso la Cardiologia di Mantova la crioenergia: una nuova tecnica che “viene dal freddo” e migliora e perfeziona l’ablazione transcatetere di questa aritmia.

La struttura complessa di Cardiologia di Mantova, diretta dal Dott. Roberto Zanini  è la prima nel territorio mantovano e tra le poche in regione Lombardia ad avvalersi di questa tecnologia per il trattamento della fibrillazione atriale. La metodica rende più sicuro e semplifica ulteriormente l’intervento mininvasivo di ablazione transcatetere per il trattamento della fibrillazione atriale.
Ad oggi, presso il laboratorio di elettrofisiologia, diretto dal Dott. Albino Reggiani, in cui collaborano la Dott.ssa Patrizia Pepi e il Dott. Daniele Nicolis, sono state effettuate con successo, più di 50 procedure con questa metodica.

“Questa tecnica ablativa che utilizza il freddo è efficace e sicura. - Spiegano la Dott.ssa Patrizia Pepi e il Dott. Daniele Nicolis - L’intervento consiste nell’introdurre per via venosa un palloncino all’interno delle vene polmonari. Questo palloncino viene poi gonfiato dentro ogni vena polmonare e raffreddato a circa -40° gradi per 3/4 minuti. Ne deriva un isolamento elettrico della vena che impedisce il recidivare dell’aritmia che origina all’istmo delle vene stesse. La procedura presenta vantaggi indiscussi, dalla maggiore velocità di esecuzione dell’intervento, all’alta percentuale di efficacia ed alle minori complicanze”

“Il paziente viene ricoverato il giorno prima dell’intervento – continuano i dottori - con una degenza complessiva di 3 giorni. Durante l’intervento, che dura circa 90 minuti, rimane cosciente venendo effettuata solo una anestesia locale in sede di puntura venosa e una leggera sedazione. Il giorno successivo il paziente viene dimesso.”

L’ablazione della fibrillazione atriale è indicata per i pazienti giovani - al di sotto dei 65 anni – per i  pazienti sintomatici e per tutti coloro che non hanno risposto positivamente alla terapia farmacologica. Si tratta del 30% della popolazione che soffre di fibrillazione atriale, la patologia cardiaca che rappresenta la più comune forma di aritmia con 500.000 pazienti in Italia e 60 mila nuovi casi ogni anno.
Durante la fibrillazione atriale l’attività cardiaca è del tutto irregolare, è questo aspetto che caratterizza l’aritmia da FA. Un ritmo rapido e disorganizzato affligge l’abilità del cuore a svolgere le normali funzioni: gli atri si contraggono rapidamente e caoticamente ed i ventricoli si riempiono meno efficacemente causando una perdita di funzionalità cardiaca pari al 30%. Spesso la fibrillazione atriale è asintomatica e non diagnosticata, aumentando il rischio embolico associato. Obiettivo dei trattamenti, farmacologici e non, è il ripristino del ritmo sinusale e la protezione da complicanze drammatiche quali l’ictus, correggendo quella che può essere la tendenza alla recidiva. La procedura di crioablazione si associa, quindi, alla terapia anticoagulante orale per la prevenzione della tromboembolia.

L’introduzione di questa nuova metodica amplia e completa l’offerta tecnologica del nostro ospedale per il trattamento delle fibrillazioni atriali, affiancandosi alla metodica alternativa di ablazione con radiofrequenza con ricostruzione 3D delle camere cardiache che è stata presentata durante il convegno “cuore e cervello” del 18-19 NOVEMBRE 2016 a Mantova al Teatro Scientifico del Bibiena.

L’acquisizione di queste nuove tecniche, reso possibile anche grazie al supporto della direzione ospedaliera, pone la Cardiologia mantovana all’avanguardia nel settore aritmologico.
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